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Cocai e magoghe: i gabbiani veneziani tra fascino e fastidi

Chiunque sia passato almeno una volta per Venezia, si sarà accorto di loro: i gabbiani. Con il loro volo elegante, i richiami acuti e la presenza scenica tra calli, canali e tetti, sembrano quasi parte integrante del paesaggio veneziano. Ma non tutti sanno che dietro la parola “gabbiano” si nascondono due protagonisti ben diversi tra loro: i cocai e le magoghe.

Chi sono i cocai?

I cocai sono i gabbiani che più spesso associamo all’idea romantica di Venezia. Eleganti, slanciati, con il becco sottile color rosso carminio e un aspetto delicato. Quando nuotano, ricordano piccole barchette bianche che scivolano sull’acqua. È facile vederli appollaiati sulle paline davanti a Piazza San Marco, magari nella nebbia, regalando quelle immagini da cartolina che tutti amiamo.

Durante l’inverno, restano in città in modo piuttosto discreto. Ma tra febbraio e marzo iniziano a cambiare d’aspetto: la testa si ricopre di un cappuccio marrone scuro, segnale che si preparano per migrare verso il nord Europa, dove andranno a nidificare. In breve: i cocai sono gabbiani “stagionali” e gentili. Non danno fastidio e, anzi, aggiungono poesia al paesaggio.

E le magoghe?

Qui il discorso cambia. Le magoghe sono i gabbiani reali, più grandi, tozzi e... diciamolo pure: molto più invadenti. Hanno un becco giallo acceso con una macchia rossa e uno sguardo deciso, quasi “prepotente”. A differenza dei cocai, le magoghe a Venezia ci vivono tutto l’anno — e si fanno sentire.

In primavera ed estate, i loro richiami diventano costanti, giorno e notte. Volano tra i tetti, si lanciano su qualsiasi cibo lasciato incustodito e, negli ultimi anni, hanno attirato l’attenzione di residenti e turisti per comportamenti a volte aggressivi. Non è raro che cerchino di sottrarre un tramezzino dalle mani di un passante in Piazza San Marco.

Questa presenza così invadente non è solo un problema veneziano: anche in città come Roma, Napoli o Genova si sta verificando lo stesso fenomeno. Le città offrono alle magoghe tutto quello che serve per stare bene: tetti sicuri per nidificare, pochi predatori e, soprattutto, rifiuti e cibo a volontà.

Cocai.food | Blog
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Convivere è possibile?

La domanda è lecita. Come si può convivere con una fauna urbana così “ingombrante”? Una delle prime mosse è limitare la disponibilità di cibo: meno rifiuti accessibili significa meno attrattiva per i gabbiani. Poi, è fondamentale sensibilizzare cittadini e turisti a non dare da mangiare agli animali. Sembra un gesto innocuo, ma alimenta un circolo vizioso.

I gabbiani fanno parte della bellezza di Venezia, ma solo se il loro ruolo resta in equilibrio con quello degli abitanti e della città stessa. E forse, con un po’ di consapevolezza e rispetto reciproco, è davvero possibile trovare una convivenza sostenibile.